RUBRICA AGRICOLTURA E GIARDINAGGIO
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Filiere, accordo Confagricoltura e Coop per maggiore equilibrio ed equità dal produttore al consumatore
Due comparti pilota: pomodoro da industria e suino
Mettere a punto un modello economico capace di considerare e remunerare in modo equo tutti gli attori della filiera, dal produttore al consumatore, con un approccio che garantisca la distribuzione del valore, la condivisione dei rischi e delle opportunità economiche, maggiore reciprocità così come un giusto prezzo di vendita per il consumatore.
E’ questo l’obiettivo del protocollo di intesa siglato tra Confagricoltura e Coop Italia, che prende il via, per ora, su due filiere: quella del pomodoro da industria e quella del suino. Si tratta di un progetto pilota per due aree produttive piuttosto complesse, soggette a dinamiche di mercato che determinano oscillazioni di prezzo tali da influire anche sul prodotto destinato al consumatore finale.
Con l’accordo, che ha una durata biennale con possibilità di rinnovo, si intende puntare all’individuazione di possibili meccanismi per un’equa remunerazione e un prezzo condiviso che esuli dalle oscillazioni e in grado di rimanere inalterato, entro un tempo stabilito, rispetto alla variabilità a cui sono soggette le due filiere prese in considerazione.
Per raggiungere questo obiettivo viene messo in campo un gruppo di lavoro di alto livello, composto da due docenti universitari specialisti in materia (gli atenei coinvolti sono l’Università di Parma e Piacenza) e, per ciascuno delle due parti firmatarie, tre professionisti con esperienze nei settori tecnico-produttivo, legale, amministrativo e di mercato.
“Questo accordo – spiegano il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e l’amministratrice delegata di Coop Italia, Maura Latini – è un segnale importante in un momento in cui si parla di pratiche sleali ed è sempre più evidente la necessità di avere meno frammentazione nelle filiere e un giusto equilibrio tra le parti dove al rispetto del valore delle fasi produttive si aggiunge una corretta valutazione delle necessità del consumatore finale”
Giornata Mondiale delle api, FAI: Apicoltori in aumento, produzione in calo per avversità e cambiamenti climatici
“La Giornata mondiale dell’ape sarà per il nostro Paese la ‘Giornata Mondiale dell’Ape Italiana’, sottospecie di ape autoctona propagata in poco più di un secolo su tutto il pianeta: un’ape diffusa, apprezzata e allevata su scala planetaria. Un caso unico che spiega le ragioni dell’orgoglio e dell’impegno della comunità apistica nazionale nel tutelare e salvaguardare questo prezioso patrimonio della nostra biodiversità”.
Così Raffaele Cirone, presidente della FAI-Federazione Apicoltori Italiani, in occasione della quarta edizione della Giornata dedicata alle api: “L’apicoltura italiana – ricorda – costituisce un fondamentale settore del comparto agricolo, sia per la capacità produttiva raggiunta sia per la nota funzione impollinatrice che le api svolgono a favore degli ambienti rurali, naturali e urbani”.
Gli apicoltori censiti in Italia sono in costante aumento: circa 65.000, cui se ne aggiungono almeno altri 10.000 che, specie tra i giovani, nonostante la pandemia, stanno manifestando il proposito di avvicinarsi a questo allevamento seguendo i necessari corsi di formazione.
Altra buona notizia, in controtendenza con un certo clamore mediatico che vedrebbe le api mellifere come specie di via di estinzione, è l’incremento costante del patrimonio apistico nazionale che, nonostante le numerose avversità, nell’ultimo censimento 2020 ha raggiunto la quota di 1.950.000 alveari. “Un capitale naturale – evidenzia Cirone – il cui valore è stimato in ben 500 milioni di euro, di gran lunga superiore alla produzione lorda vendibile dell’intero comparto”.
Il punto critico dell’apicoltura italiana, comunque, resta quello della produzione del miele, il cui valore potenziale annuo è atteso in circa 25.000 tonnellate e che invece, da ormai cinque anni, è soggetto a una costante riduzione dovuta alle avversità atmosferiche e ai cambiamenti climatici. Situazione di estrema gravità che la FAI ha segnalato al Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e al Sottosegretario all’Agricoltura, con delega all’Apicoltura, Gian Marco Centinaio. La mancata produzione dei mieli primaverili italiani è ormai strutturale: come tale va gestita, adottando interventi compensativi per gli Apicoltori affinché non abbandonino questa attività.
Al di là del valore apistico, infatti, la presenza di alveari sul territorio, genera in Italia ben 2 miliardi di Euro di valore della produzione delle colture di interesse agro-alimentare, cui si deve aggiungere quello dell’apporto ecosistemico che le api garantiscono con il servizio di impollinazione alla biodiversità dei nostri ambienti naturali, stimato in 150 miliardi di euro.
La Giornata Mondiale delle Api – ricordano infine Confagricoltura e FAI – deve essere l’occasione per agevolare e consolidare il ruolo che apicoltori e agricoltori per primi, operano in concreto ogni giorno, aiutando l’ape mellifera e gli impollinatori a ritrovare la loro naturale collocazione in tutte le aziende agricole italiane
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